Lettera di una docente sul Rapporto di Autovalutazione

Post date: Mar 22, 2015 5:46:32 PM

Lettera della Maestra Marta di Concorezzo su un

Collegio dei Docenti in cui si parla di RAV

Ancora una bella e significativa lettera di una maestra che racconta come è andata la votazione sul Nucleo di Auto Valutazione dopo un intervento al Collegio di Marta stessa.

Ci sembra che la vicenda documenti come un intervento “saggio e consapevole” riesca a suscitare interesse e riflessione nei tanti insegnanti presenti.

Ma vorremmo fare un ulteriore passaggio che ci consenta di andare un po’ oltre quello che Marta afferma:

“Io chiedo quindi di essere valutata! Voglio che in classe mia entri un esperto di didattica e metodologia, non un amministrativo, si sieda in un angolo dell’aula con nelle mani un bel taccuino o un tablet se preferisce, mi osservi, come faccio io con i bambini/e, prenda nota, come faccio io sul mio registro, ascolti la mia voce, guardi i miei gesti, segua i miei racconti, analizzi come gestisco la classe, come rispondo alle dinamiche del gruppo, come organizzo il lavoro, quanto spazio lascio all’elaborazione personale, quanto riesca a fare emergere la circolarità delle idee all’interno della classe, come si sostanzia il mio ruolo di facilitatrice dell’apprendimento.”

Quello che dice Marta è tutto da condividere, ma non ci piace la forma, il modo in cui questa valutazione dovrebbe avvenire, una foto invece di un film, di una narrazione che racconti un percorso. Ma questo altro “modo” non può essere che il frutto di una collaborazione, una riflessione di molti. Per cui chiediamo nuovamente ai nostri lettori interessati di raccontarci, anche molto brevemente, come sta andando nella loro scuola la faccenda del RAV e delle Unità di Auto Valutazione interna alle scuole. Invitiamo tutte e tutti a raccontarci le riflessioni e i pensieri che hanno maturato sul problema della valutazione degli insegnanti.

Gruppo NoINVALSI - Roma

Lettera di Marta 5 marzo 2015

Questa é la mia dichiarazione di voto contrario al Collegio per l'attivazione del Nucleo di Valutazione.

Dopo il mio intervento e le numerose insistenze della DS sulla obbligatorietà del Nucleo stesso, la votazione é stata questa: 23 a favore, 18 contrari, 80 astenuti

Valutare il sistema scuola, valutare gli/le insegnanti in questo contesto, fa piuttosto sorridere, è come sparare sulla crocerossa…

Ricordate la cancellazione di 84 mila cattedre e 45 mila posti di personale Ata e il taglio di 8 miliardi di euro della Gelmini Tremonti? L’eliminazione del tempo pieno con le compresenze? Hanno tagliato i facilitatori linguistici che permettevano ai nuovi cittadini di imparare la lingua, hanno ridotto le insegnanti di sostegno, hanno aumentato il numero di alunni/e per classe…

La scuola è l’unico ambiente lavorativo fino ad ora, organizzato in orizzontale, basato sulla collegialità delle relazioni. Non ci sono differenze stipendiali. L’unica differenza sta nel fatto che se lavori di più e fai ore in più per commissioni o progetti oltre l’orario, vieni retribuito in base alle ore certificate. Se lavori di più, guadagni di più. Poco ma di più. Peccato però che da due anni a questa parte abbiano tagliato drasticamente, più del 70%, il Fondo di istituto a cui si fa riferimento per il pagamento di queste ore. Quindi se vuoi fare quello che facevi prima che spesso è indispensabile al funzionamento della scuola (pof, continuità, intercultura, ambiente, teatro…) devi farlo gratuitamente.

Comunque… Siccome sulla valutazione dei docenti si fa un gran parlare in termini di ostilità della categoria a sottoporsi a valutazione, sgomberiamo subito il campo:

Io sono assolutamente d’accordo con la valutazione delle insegnanti e dei dirigenti.

Io voglio essere valutata.

Lo Stato ci ha abbandonato. L’ultimo investimento sulla formazione obbligatoria quinquennale e di massa è stato nel 1990!

Per la formazione dei docenti della scuola statale, nella finanziaria del 2010 sono stati stanziati ben 5 euro per persona e poi si sono perse pure le tracce.

Lavoro da 34 anni nella scuola statale e MAI nessuno, oltre alle colleghe, mi ha aiutata ad affrontare questo difficile compito. Mai nessuno mi ha aiutata a capire quali sono i miei punti forti e quelli su cui devo ancora migliorare.

Io chiedo quindi di essere valutata!

Voglio che in classe mia entri un esperto di didattica e metodologia, non un amministrativo, si sieda in un angolo dell’aula con nelle mani un bel taccuino o un tablet se preferisce, mi osservi, come faccio io con i bambini/e, prenda nota, come faccio io sul mio registro, ascolti la mia voce, guardi i miei gesti, segua i miei racconti, analizzi come gestisco la classe, come rispondo alle dinamiche del gruppo, come organizzo il lavoro, quanto spazio lascio all’elaborazione personale, quanto riesca a fare emergere la circolarità delle idee all’interno della classe, come si sostanzia il mio ruolo di facilitatrice dell’apprendimento. (Questi sono alcuni degli elementi che definiscono la qualità del mio essere una brava maestra o no.)

Che rimanga con me non per un’ora ma per un’intera settimana per tutta la giornata, mensa compresa.

Poi voglio che mi parli di quello che ha osservato, di come mi ha vista all’interno della dinamica in un confronto sincero e costruttivo. Perché io possa imparare a fare meglio.

Questa è l’unica valutazione delle insegnanti che per me ha senso.

La nostra scuola primaria ha sempre espresso contrarietà alla somministrazione delle prove Invalsi a maggioranza.

Il progetto di valutazione e autovalutazione imposto dal SNV ha come unico protagonista l’istituto INVALSI, la valutazione degli esiti degli studenti e della scuola sarà fatta sulla base di questi test che noi riteniamo invasivi e deleteri per la didattica.

Sono queste le ragioni che mi portano a votare contro la costituzione del Nucleo valutativo in questa scuola, organismo che se dovesse passare la Riforma chiamata “la buona scuola“ di Renzi e Giannini, avrà il compito di stabilire ogni tre anni quali saranno le insegnanti meritorie che potranno avere il misero aumento di forse 60 euro sulla base di crediti formativi, didattici e professionali che il Nucleo stesso, con l’aiuto di personale dell’Invalsi, dovrà stabilire.

No, questa non è la mia scuola. Farò tutto ciò che mi sarà possibile per affermare questa mia contrarietà, sperando che nel Collegio ci possa essere qualcun’altra che condivide con me, questa impostazione pedagogica frutto di anni di ricerca e pratica nella relazione con i bambini/e

martagatti